Un sole siberiano ha accompagnato ieri per Bruxelles 25 mila persone e le loro proposte per un’Europa e per un mondo ben differente da quello che ci tocca vivere. Un successo pieno, una manifestazione che dimostra, dopo quella multitudinaria dei sindacati di giovedì, la capacita del movimento di riproporsi con forza dopo Nizza, Goteborg e Genova. Il tutto in un clima festoso e pacifico, rotto solamente da pochi, limitati episodi di violenza, su cui pesa anche l’attitudine della polizia. Alle 11, lungo i canali che costeggiano il lato ovest del centro di Bruxelles, si possono contare gia parecchie migliaia di persone pronte ad iniziare il corteo organizzato dalla piattaforma d14, "Un’altra Europa per un altro mondo". Alla testa Attac, con un gran numero di simpatizzanti belgi, francesi, tedeschi e olandesi; mentre un folto gruppo di italiani, rallentato alle frontiere, non è arrivato in tempo.
ro di loro un universo di sigle e movimenti di ogni estrazione e provenienza: Resistenza internazionale, il Partito comunista portoghese e quello greco; ambientalisti, associazioni di base inglesi; Intersiderale contro l’impero, i Cobas, le Rappresentanze di base e un gruppo di Rifondazione comunista. La federazione dei lavoratori turchi sfila con il Pkk: "Siamo venuti qui - racconta Atik, del fronte dei lavoratori turchi - dall’Olanda, dalla Francia, da tutto il Belgio per gridare il nostro no alla guerra in Afghanistan, per ricordare la situazione nelle prigioni del nostro paese e anche per dimostrare che turchi e kurdi possono camminare assieme". Risalendo il corteo si arriva al folto gruppo della piattaforma No pasaran di Parigi e Marsiglia che, insieme ad altri francesi della Cnt e di Ait (la Confederazione nazionale e l’Associazione internazionale dei lavoratori), agitano le bandiere rosse e nere dell’Anarchia.
Al primo ponte sul canale si aggiunge un gruppo di tedeschi con lo stesso vessillo. "Non abbiamo avuto alcun problema per venire fino a qua - assicura Mario, di un collettivo anarchico di Berlino - Siamo partiti di notte. Un gruppo di rifugiati e stato invece bloccato per ore". Dopo mezz’ora Mario e il suo gruppo, ma solo loro, non hanno alcun problema nemmeno a sfondare la vetrina del Fortis Bank. A mezzogiorno il primo episodio di violenza viene arginato, ma solo in parte, dall’intervento del servizio d’ordine: 150 stewart dell’organizzazione piu altri di diverse associazioni. La polizia, quella in divisa, si mantiene ben lontana, mentre si riconoscono, numerosissimi, i poliziotti in borghese. Tantissimi, alcuni con il volto coperto dalla kefiah, mentre il sindaco di Bruxelles, Thielemans, aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun poliziotto in borghese.
Herman Bliki, capo della polizia, interrogato sul merito non nega l’evidenza, mentre Annemil Schaus, dell’équipe legale predisposto dagli organizzatori, e piu prodiga di particolari: "Contiamo su numerose testimonianze di intimidazione diretta e di arresti da parte di questi poliziotti che non dovevano esserci".
Dalla prima banca alla fine del corteo a Tour und Taxis, uno stupendo ex-deposito ferroviario, il gruppo di tedeschi assalta a sassate e sprangate altri 2 istituti di credito, un furgone della televisione belga, la sede dell’ottava divisione della polizia, un commissariato e 3 autovetture: tutte Mercedes.
Una volta a Tour und taxis compare anche la polizia, quella in divisa. Mentre all’interno del deposito la gente si riscalda, si rifocilla, ascolta testimonianze di popoli in lotta, ribadisce il propria no alla guerra e rivendica i diritti dei migranti, fuori le forze dell’ordine bloccano le 3 strade che permettono l’uscita dall’area.
Alle 16 il momento di maggiore tensione: un blindato con idrante avanza per spegnere un falò acceso in mezzo alla strada per combattere il freddo, ma invece di fermarsi prosegue la sua marcia puntando provocatoriamente i cancelli del deposito, l’unica uscita. Dall’interno parte una piccola sassaiola. Sotto le pietre un’improvvisata forza di interposizione: 12 coraggiosi con in mano dei fiori a formare una catena umana. La polizia continua insensibile la marcia fino al cancello utilizzando ancora l’idrante: una doccia a 4 gradi sotto zero. Tuttavia non riesce a penetrare nell’area, e solo dopo mezz’ora gli organizzatori convincevano il blindato a fare retromarcia. La calma ritorna solo verso le 18, quando la polizia consente ai manifestanti di defluire, benché con l’obbligo della perquisiszione.
Alla fine della serata si contano 40 fermi, di cui 15 non identificati. La maggioranza tedeschi (tra loro anche un minore), quindi olandesi, belgi, francesi, turchi, un polacco. Tra i non identificati figurerebbe un giornalista italiano a cui sarebbero stati sottratti i rullini fotografici. Fermi per ora solo amministrativi, ma che potrebbero trasformarsi in giudiziari. Per gli stranieri è sicura l’espulsione immediata. Un epilogo che comunque non macchia il successo di una manifestazione e una giornata che ribadiscono la forza e la maturita complessiva del movimento. Un brutto inizio invece da parte della polizia, soprattutto in vista della manifestazione dell’area anarchica prevista per oggi alle 13.